Riduzione delle emissioni di CO2: pubblicata nuova analisi sulla rivista iScience
È stato pubblicato sulla rivista iScience un articolo che delinea un'agenda per la riduzione delle emissioni di CO2 in grado di contenere l'aumento della temperatura globale sotto 1.5 °C. L’importanza dello studio sta nell’aver preso in considerazione processi che sarebbero operativi nell'immediato, analizzandoli mediante un approccio tecno-economico che ne ha evidenziato i costi, sensibilmente inferiori, rispetto agli scenari già reperibili in letteratura (dal 15 al 35% in meno rispetto al più celebre di questi, il P2 dell'IPCC).
L’analisi è stata condotta da un team internazionale di accademici e imprenditori. Le istituzioni coinvolte sono state le Unità di Ricerca INSTM dell'Università dell'Insubria (Prof.ssa Jenny G. Vitillo) e dell'Università di Bologna (Prof. Fabrizio Passarini), la Stony Brook University e la Zhejiang University. Per il lato imprenditoriale, invece, hanno partecipato due realtà piccole ma già di rilievo nel panorama economico internazionale legato alla CO2: l'islandese Carbfix, che ha messo a punto una competitiva tecnologia di sequestro della CO2 e la statunitense Air Company, pluripremiata per la conversione della CO2 in beni di consumo.
I presupposti dello studio
Il modello è stato sviluppato seguendo due principi chiave: è più conveniente, sia da un punto di vista energetico che economico, evitare l'emissione di una molecola di CO2 rispetto alla sua cattura una volta che è stata prodotta; se non è possibile, è più vantaggioso sotto ogni punto di vista dare la priorità alla messa a punto di tecnologie che richiedano un costo minore per tonnellata di CO2 mitigata o rimossa. Un indice delle tecnologie da implementare, ordinate rispetto al loro costo, è stato ottenuto sulla base dei costi per la mitigazione della CO2 presenti in letteratura. Tra le fonti consultate, citiamo United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) (2021). Carbon Offset Platform e Johnson, J. (2019). Capturing Carbon: Can it Save Us? Vol 97, C&EN. Tutte le tecnologie considerate sono applicabili nel breve periodo, molte di queste sono già piccole realtà industriali. Da questa analisi è scaturito uno strumento che, a seconda dei parametri utilizzati e degli scenari considerati, fornisce una previsione sulla variazione di costi e di emissioni.
I grandi emettitori
Le tecnologie su cui operare per prime sono quelle legate ai grandi emettitori quali le industrie cementizie e gli impianti per la produzione di energia che utilizzano combustibili fossili, responsabili del 60% delle emissioni totali. Sarebbe quindi auspicabile dismettere il prima possibile queste tecnologie fortemente inquinanti e sostituirle con analoghe a bassa (o, meglio ancora, nulla) emissione di CO2. Nel caso non sia possibile (come, ad esempio, per la produzione del cemento), gli impianti andrebbero dotati di sistemi per la cattura e il sequestro della CO2 all'uscita della "ciminiera", che, tra tutte le tecnologie disponibili di cattura dell’anidride carbonica da diverse fonti, è quello attualmente meno dispendioso.
Conclusioni
L'analisi ha mostrato che azioni determinanti per la riduzione delle emissioni di CO2 dovranno partire entro i prossimi due anni perché si riesca a contenere l'aumento della temperatura globale sotto +1.5 °C, ossia per consegnare a noi stessi e ai posteri un pianeta che rassomigli a quello in cui abbiamo vissuto sinora. Altre analisi hanno mostrato come una transizione trainata dalla legge del mercato sarebbe troppo lenta. Per renderla attuabile nel breve periodo sono necessarie leggi che dettino il passo della diminuzione delle emissioni di CO2, passando attraverso l'utilizzo di incentivi sia per la mitigazione su larga scala degli emettitori, mediante sostituzione o mediante l'adozione di sistemi per la cattura, lo stoccaggio/sequestro della CO2, sia per la creazione di un mercato di prodotti derivati dalla CO2. Inoltre, dato che tutti i modelli indicano come la cattura della CO2 dall'aria sia necessaria per mantenere l'aumento della temperatura globale sotto +1.5 °C ma al momento i costi sarebbero proibitivi, ci vogliono investimenti in R&D su questo tema in tutta la gamma dei TRL, compresa la ricerca fondamentale per l'individuazione di nuovi materiali (TRL 1). Altre proiezioni hanno mostrato come questi costi, tramite opportuni finanziamenti alla ricerca, sarebbero destinati a scendere almeno di 5 volte nei prossimi venti-trenta anni, che è appunto quando il modello qui presentato pianifica per l'implementazione su larga scala della cattura della CO2 dall'aria.
Fonte: The role of carbon capture, utilization, and storage for economic pathways that limit global warming to below 1.5°C